Percezione del viso e riconoscimento delle espressioni facciali sono sempre stati un importante campo di ricerca per la psicologia e per le neuroscienze. Secondo la tradizione cartesiana e kantiana, l’assunto che orienta l’indagine sul processamento del viso concepisce quest’ultimo come un oggetto. Da un lato, questo approccio ci ha permesso di studiare i meccanismi neurali sottostanti la percezione degli aspetti strutturali, invarianti e mutevoli dei volti e le loro espressioni. D’altra parte, ci chiediamo se questo assunto possa funzionare nel mondo reale, visto il ruolo primario svolto dal volto dell’altro nel comportamento umano. Riteniamo, infatti, che ci siano ancora domande che devono essere affrontate, tra le quali, per esempio, il modo in cui percepiamo le facce degli altri a partire dal coinvolgimento affettivo che genera e come il volto dell’altro sia un fattore decisivo nell’orientare il nostro comportamento ogni giorno. Nel tentativo di dare una risposta a queste domande, il presente lavoro promuove un dialogo tra la tradizione cartesiano-kantiana e quella fenomenologica, suggerendo spunti di riflessione per ripensare gli assunti sottostanti lo studio della percezione del viso e dell’espressione facciale.
Face perception and facial expression recognition have always been an important research topic in psychology and neuroscience. According to the Cartesian-Kantian tradition, the assumption that orients face processing investigation conceives the face as an object. On one hand, this approach has allowed us to investigate the neural mechanisms underlying the processing of the structural, invariant and changeable aspects of faces and their expressions. On the other hand, we wonder if this assumption might work in real world given the primary role played by the other’s face in motivating human behavior. Indeed, we believe that there are still questions that need to be addressed including how we experience others’ faces in terms of affective engagements, and how the other’s face is a deciding factor in orienting our behavior in everyday life. In an attempt to give an answer to these questions, we highlight the dialogue between the Cartesian-Kantian and the Phenomenological traditions, suggesting food for thought in rethinking assumptions underlying face perception and facial expression investigation.