In the first section of this article, we will explore the nature and implications of methodological nationalism and place it within a historical context. In its stead we will offer what Glick Schiller has called «a global power perspective on migration». In the second part of the paper we will apply this perspective to case studies of the transnational social field of musical creation that stretches between Europe and localities of artistic production in Africa. Focusing on the movements and interconnections of musicians of Malagasy origin, we will illustrate the ways in which transnational networking can give rise to substantial ‘transcultural capital’, and thus underpin the professionalization of some artists, but can also reflect the inequalities and multiple pressures for authenticity in the world music market.
Nella prima sezione di questo articolo, esploreremo la natura e le implicazioni del nazionalismo metodologico e lo collocheremo nel suo contesto storico. Al posto di questa metodologia, proporremo, poi, quella che Glick Schiller ha definito «la prospettiva del potere globale in materia di migrazione». Nella seconda parte del lavoro, applicheremo questa prospettiva ad alcuni casi di studio relativi al campo sociale transnazionale della creazione musicale, in particolare al campo che si estende tra l’Europa e alcune località di produzione artistica presenti in Africa. Concentrandoci sui movimenti e le interconnessioni esistenti tra i musicisti di origine malgascia, illustreremo i modi in cui il lavoro della rete transnazionale può dar luogo ad ingenti ‘capitali transculturali’, e, quindi, da un lato diventare professionalizzante per alcuni artisti, ma dall’altro lato anche continuare a riflettere, nel mercato della musica mondiale, disuguaglianze e pressioni variegate verso un’ipotetica autenticità.