In this dialogue between Stefano Benni and Stefano Bucci, the Minotaur and Elvis Presley are paradigmatic figures. Through them, in fact, the two authors begin a dialogue about fear, that presents a reversal of the common perspective. Often the Other – who frightens us – is precisely the one who is unexpectedly afraid. The dialogue crosses literature, Benni’s books, the Autors that influenced him and the most significant episodes of his life. Thus, in the conversation, the theme of fear is declined in the plural form. In fact, we need to differentiate ‘fears’ and recognize them, in order to be able to overcome them through the powerful weapon of irony.
In questo dialogo tra Stefano Benni e Stefano Bucci, il Minotauro ed Elvis Presley sono figure paradigmatiche. Esse, infatti, consentono l’avvio di una riflessione sulla paura che presenta un ribaltamento di prospettiva: spesso l’altro, il diverso, chi ‘fa’ paura, è proprio colui che, inaspettatamente, ‘ha’ paura. Il dialogo si sviluppa in discorsi che attraversano la letteratura, i romanzi di Benni, le letture che più l’hanno influenzato e alcuni episodi significativi della sua vita. Si instaura, così, una conversazione che tiene conto delle ‘paure’, al plurale, poiché occorre differenziarle e riconoscerle per poter, ove possibile, vincerle attraverso la potente arma dell’ironia.