Rivista di filosofia
Journal of Philosophy
ISSN 2420-9775
Anno X, N. 25,
Online 31/10/2024
Immagine di copertina
di Bianca Roselli
Mimesis Edizioni

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La velocità tecnologica e il ‘tempo perduto’ della politica.
Traiettorie cronopolitiche nel pensiero di Paul Virilio
P. Castoro

While philosophy has meditated on time as an inner and private dimension, it is Paul Virilio who unveiled its ‘public’ and ‘political’ nature: speed. Our contribution intends to retrace the history of acceleration reconstructed by Virilio’s ‘dromology’, in order to show how power relations are linked, on the one hand, to the increasing political hegemony of time – up to the establishment of an actual «chronopolitics» –, and on the other, to a progressive disappearance of space: a ‘despatialization’ started by the transportation revolution and brought to completion, at the dawn of globalization, by the instantaneity of telecommunications, whose «absolute speed» is associated by the author with the annihilation of both the terrestrial and the territorial space, the latter being at the foundation of modern nation-states. It remains to be seen whether Virilio’s critique of tele-technological deterritorialization legitimizes forms of ‘neo-Schmittian’ and neo-nationalist exaltations of the lost sovereign territory – like that endorsed by today’s ‘populisms’ – or whether there is another terrain of citizenship to which the thinker looks: the space of a ‘lost time’ of democracy which we are called to find back.

KEYWORDS: Acceleration, Dromology, Telecommunications, Real Time, Deterritorialization

 

Se la filosofia ha meditato sul tempo in quanto dimensione interiore e privata, è Paul Virilio ad averne svelato la natura ‘pubblica’ e ‘politica’: la velocità. Il nostro contributo intende ripercorrere la storia dell’accelerazione ricostruita dalla ‘dromologia’ di Virilio, al fine di mostrare come le relazioni di potere siano legate, da un lato, alla crescente egemonia politica del tempo – fino all’affermazione di una vera e propria «cronopolitica» –, e dall’altro, a una progressiva sparizione dello spazio: una ‘despazializzazione’ avviata dalla rivoluzione dei trasporti e portata a compimento, alle soglie della globalizzazione, dall’istantaneità delle telecomunicazioni, alla cui «velocità assoluta» l’autore connette l’annullamento sia dello spazio terrestre sia di quello territoriale che è a fondamento degli Stati-nazione moderni. Rimane da vedere se la critica di Virilio della deterritorializzazione teletecnologica non legittimi forme di esaltazione ‘neo-schmittiana’ e neonazionalista del territorio sovrano perduto – come quella promossa dai ‘populismi’ odierni – o se non vi sia un altro terreno della cittadinanza a cui il pensatore guarda: lo spazio di un ‘tempo perduto’ della democrazia che siamo chiamati a ritrovare.

PAROLE CHIAVE: Accelerazione, dromologia, telecomunicazioni, tempo reale, deterritorializzazione

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