In a given geographical context, it is challenging to distinguish how much the social and cultural environment, on one hand, and the landscape with its peculiarities, on the other, influence the character and thoughts of its inhabitants. While acknowledging the interweaving of these conditioning factors, this article focuses on the interactions between the psyche and the landscape. Particularly considering the case of utopian and metropolitan landscapes, the article explores insights drawn from Plato, More, Campanella, Simmel, and Benjamin. In the background, serving as additional interpretative keys, are ideas expressed in the Hippocratic treatise on Airs, Waters, Places, and in Aristotle, Montesquieu, Vico, Schopenhauer, and Nietzsche.
In un dato contesto geografico, è difficile distinguere quanto agiscano sul carattere e sul pensiero di chi lo abita l’ambiente sociale e culturale da un lato e il paesaggio con le sue peculiarità dall’altro. Pur riconoscendo che tali piani di condizionamento sono intrecciati, questo articolo si concentra sulle interazioni tra psiche e paesaggio. Prendendo in considerazione, in particolare, il caso dei paesaggi utopici e metropolitani, vengono discussi alcuni spunti ricavabili da Platone, Moro, Campanella, Simmel e Benjamin. Sullo sfondo, come ulteriori chiavi interpretative, compaiono idee espresse nel trattato ippocratico su Arie, acque, luoghi e in Aristotele, Montesquieu, Vico, Schopenhauer e Nietzsche.