Murgia landscape, seemingly motionless in the desolation of its panoramas and the sparse human settlements, hides important material remains that, when analyzed with the tools and methodologies of archaeology, tell the conflicts of the ‘short century’: remains of prisoner-of-war camps and training grounds for partisans, centers for the reception of refugees, missile bases of the Cold War. Today, these places are the subject of a contemporary archaeology project aimed at their reconstruction, university education, and above all, contributing to the creation of a complex heritage community capable of uniting, in a truly global way, distant places and people.
Il paesaggio della Murgia, apparentemente immobile nella desolazione dei suoi panorami e nella rarefazione degli insediamenti umani, nasconde importanti resti materiali che, analizzati con gli strumenti e le metodologie dell’archeologia, raccontano i conflitti del ‘secolo breve’: resti di campi di prigionia e di addestramento per partigiani, centri per l’accoglienza di profughi, basi missilistiche della Guerra fredda. Oggi questi luoghi sono oggetto di un percorso di archeologia del passato contemporaneo finalizzato alla loro ricostruzione, alla formazione universitaria e soprattutto a contribuire alla creazione di una complessa comunità di patrimonio, in grado di unire, in modo davvero globale, luoghi e persone lontani.