Rivista di filosofia
Journal of Philosophy
ISSN 2420-9775
Anno X, N. 25,
Online 31/10/2024
Immagine di copertina
di Bianca Roselli
Mimesis Edizioni

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Call for papers – ITA

CALL FOR PAPERS XI, 26, 2025: CENT’ANNI DI KAFKA

 

Dead line: 30 gennaio 2025

 

Questo numero di “Logoi”, a cura di Aisling Reid e Valentina Surace, è dedicato a Franz Kafka (1883–1924), in occasione del centenario della sua morte.
Walter Benjamin sosteneva che, per comprendere davvero l’opera di Kafka, occorre considerare la percezione che egli ha del suo fallimento, dimostrata dalla disposizione testamentaria di distruggere le sue opere. In questo fallimento si annuncia, tuttavia, un’interrogazione radicale sullo statuto dell’uomo e sulla sua esistenza. Kafka vive nel suo tempo come un morto in vita, come il cacciatore Gracchus costretto a vagabondare in una regione di mezzo tra l’aldiquà e l’aldilà. La sua opera è un’ellisse con due fuochi molto distanti: da un lato, l’esperienza della vita nella città moderna, in balia di un apparato giuridico ed economico impenetrabile e, dall’altro, quella della tradizione ebraica, a cui Kafka, come un esiliato, sente di non appartenere fino in fondo. Non a caso gli animali dei suoi racconti sono creature ibride e perlopiù rintanate nel sottosuolo, al riparo dal mondo in superficie. Tuttavia, in virtù di questa condizione di estraneità, Kafka riesce a cogliere con sguardo impietoso non solo l’agonia dell’impero absburgico, del “mondo di ieri”, ma anche a comprendere come pochi altri scrittori mitteleuropei del suo tempo la crisi irreversibile di ogni fondamento. La sua opera così enigmatica e straniante, oggetto di costante interesse non solo dal punto di vista letterario, ma anche, in particolare, da quello filosofico, non cessa di provocarci ancora oggi, a cento anni dalla sua morte: segno della sua indiscutibile attualità.

Le proposte potrebbero riguardare i seguenti argomenti (ma non solo questi):

– La legge
– Identità ebraica ed esilio
– tradizione e modernità
– animali
– umano e non-umano
– messianismo
– Influenze sulla letteratura, l’arte e il pensiero contemporaneo
– Kafka e la psicoanalisi

Gli autori interessanti a rispondere ad un Call for paper sono invitati:

1. a consultare la sezione ‘Submit’ dove troveranno le istruzioni per l’invio del materiale;
2. a leggere le Norme editoriali [scarica il pdf]. Non vengono accettate proposte non uniformate a queste indicazioni.
3. Le proposte degli Autori possono essere presentate in italiano e inglese, agli indirizzi: valentina.surace@unime.it e aislingreid1@hotmail.com e in copia a info@logoi.ph

Si ricorda, inoltre, che vengono presi in considerazione solo contributi inediti e relativi ai temi monografici scelti dalla Redazione per la rivista.

 

 


CALL FOR PAPERS XI, 27, 2025: LA DIDATTICA DELLA FILOSOFIA: UNA QUESTIONE FILOSOFICA, FORMATIVA E POLITICA

 

Dead line: 15 aprile 2025

 

Questo numero di “Logoi”è a cura di Annalisa Caputo, Luca Illetterati, Alessandra Modugno e Giovanni Paoletti. Il sottotitolo vuole dare la direzione e il tono al fascicolo. L’obiettivo non è tanto raccogliere esperienze (universitarie e/o scolastiche) relative all’insegnamento della filosofia, ma problematizzare la questione stessa della didattica della filosofia, in tre direzioni, che di fatto sono 3 domande aperte:

  • La didattica (della filosofia) è solo una questione didattica o anche filosofica? E, se sì, come e perché? Quali sono le questioni teoretiche che ha sollevato in passato e solleva ancora oggi l’insegnamento della filosofia? Che cosa mancherebbe alla filosofia se mancasse (l’interrogazione) sulla possibilità di un suo insegnamento e cosa manca alla didattica, quando è privata del quel genitivo (oggettivo? soggettivo?) “della filosofia”? Come si pone oggi (o come si potrebbe meglio porre) l’antico e sempre nuovo dilemma: insegnare (storia della) filosofia o insegnare a filosofare.
  • Accanto alle questioni più propriamente epistemologico-teoretiche, la didattica della filosofia si pone come disciplina di confine, in dialogo con altri ambiti del sapere, che si occupano della formazione. Quale rapporto si dà o si dovrebbe dare tra didattica in quanto tale e didattica specialistica della filosofia? Esiste un contributo specifico che le metodologie proprie della filosofia possono offrire alla metodologia didattica in generale? Le modalità con cui la didattica della filosofia vive, pensa e propone i laboratori, le pratiche, gli esercizi, le discussioni, i dibattiti in classe, che ricadute hanno sul modo con cui si può vivere, pensare e proporre in generale la didattica? Esiste un modo “filosofico” di fare progettazione didattica, di pensare il rapporto conoscenze/competenze, ecc.?
  • Ultima, benché primaria, c’è la questione politica. Pensiamo alla marginalizzazione che spesso continua ad avere l’insegnamento della filosofia (e alla antica questione: perché solo nei Licei?). Pensiamo alle ultime riforme del PF60; a quello che viene chiesto (o non chiesto) rispetto alla formazione e al reclutamento degli insegnanti. Pensiamo alla marginalizzazione spesso riservata alla voce di chi cerca di mettere in connessione il mondo della scuola e quello dell’università. Pensiamo alla difficoltà di connettere da un lato le esperienze concrete e pensate di chi fa filosofia nei Licei (e non solo nei Licei) e dall’altro di chi dovrebbe fare della didattica oggetto di ricerca e insegnarla, ma spesso non ha mai sperimentato ciò che accade in un’aula scolastica. Pensiamo alle ricadute di responsabilità e alle ragioni ultime per cui – sia a livello accademico che scolastico – ci si impegna rispetto a studenti e studentesse, in un contesto in cui il pensiero critico è sempre più marginalizzato.

Rispetto a questi temi, invitiamo gli autori interessanti a:

1. a consultare la sezione ‘Submit’ dove troveranno le istruzioni per l’invio del materiale;
2. a leggere le Norme editoriali [scarica il pdf]. Non vengono accettate proposte non uniformate a queste indicazioni.
3. a presentare le loro proposte all’indirizzo info@logoi.ph, e in copia a annalisa.caputo@uniba.it, alessandra.modugno@unige.it.

Si ricorda, inoltre, che vengono presi in considerazione solo contributi inediti e relativi ai temi monografici scelti dalla Redazione per la rivista.

 

 


CALL FOR PAPERS XI, 28, 2025: SARTRE AUJOURD’HUI

 

Dead line: 30 maggio 2025

 

Questo numero di “Logoi”è a cura di Ciro Adinolfi, Andrea Bellantone, Carmine Di Martino.
A poco più di ottant’anni da L’être et le néant, possiamo chiederci: che cosa resta di Sartre oggi? Negli ultimi anni, la letteratura critica si è confrontata con i temi del pensiero sartriano in maniera costante, come testimoniano i numerosi convegni e volumi apparsi nel panorama internazionale, esplorando l’attualità della sua riflessione, rintracciandone potenzialità e limiti. Le questioni al cuore della produzione sartriana nelle sue diverse fasi (dalla libertà, la malafede, il valore, l’alterità, la scelta, la situazione, alla soggettivazione, l’intersoggettività, la psicoanalisi, l’infanzia, il desiderio, la prassi) ci consentono di accostare la nostra epoca con uno sguardo stratificato, multifocale. Se la filosofia del primo periodo permette una interrogazione delle strutture dell’esistenza, la ricerca ulteriore apre lo sguardo sulla situazione individuale e collettiva a partire da una riflessione critica sui suoi taciti presupposti. Non va inoltre trascurata l’importanza della dimensione politica nel pensiero sartriano, anche sotto il profilo di un impegno concreto mai disertato dall’uomo Sartre fino alla sua morte, nel 1980. Bisogna infine menzionare l’apporto sartriano sul ruolo dell’arte nell’esperienza umana: la letteratura e il teatro, la biografia e l’autobiografia, il romanzo e la poesia sono infatti oggetto di una meditazione che tocca la relazione tra l’individuo e i suoi possibili.
La call for papers intende sondare attualità e inattualità del pensiero di Jean-Paul Sartre. Di seguito, esemplificativamente, alcuni possibili temi o parole chiave per la proposta dei contributi:

  • libertà
  • alterità
  • etica
  • intersoggettività
  • soggettivazione
  • psicoanalisi
  • biografia
  • prassi
  • politica
  • arte
  • la ricezione del pensiero di Sartre

Gli autori interessati a rispondere ad un Call for paper sono invitati:

1. a consultare la sezione ‘Submit’ dove troveranno le istruzioni per l’invio del materiale;
2. a leggere le Norme editoriali [scarica il pdf]. Non vengono accettate proposte non uniformate a queste indicazioni.
3. a presentare le loro proposte (di circa 50.000 battute) in italiano, inglese o francese, agli indirizzi: ciro.adinolfi@ict-toulouse.fr, andrea.bellantone@ict-toulouse.fr, carmine.dimartino@unimi.it, e in copia a info@logoi.ph .

Si ricorda, inoltre, che vengono presi in considerazione solo contributi inediti e relativi ai temi monografici scelti dalla Redazione per la rivista.

La notifica dell’accettazione o meno del proprio articolo, con eventuali modifiche maggiori o minori, verrà inviata entro il 31.07.2025. I contributi verranno pubblicati entro il 31 dicembre 2025.

 

 

 


CALL FOR PAPERS XII, 29, 2026: DISTANZE E ORIZZONTI. PROSPETTIVE SULLA FILOSOFIA DI HANS BLUMENBERG

 

Dead line: 16 giugno 2025

 

Questo numero di “Logoi”è a cura di Matteo Marcheschi e Tommaso Parducci.
Nell’ultimo ventennio il pensiero di Hans Blumenberg ha suscitato un notevole interesse soprattutto nel quadro dei dibattiti filosofici attorno al concetto di modernità. Una delle principali ragioni di ciò sta proprio nella capacità di Blumenberg di argomentare mettendo in tensione coppie concettuali antitetiche: tutto, nel suo pensiero, si muove a partire da ciò che non è ovvio, nitido e chiaro, poiché qualora le cose fossero interamente illuminate, finirebbero per rivelarsi solamente accecanti. L’ombra delle cose, per Blumenberg, è, dunque, una dimensione costitutiva ed essenziale della realtà e dell’esperienza: per potere vedere i contorni e delimitare i confini delle realtà, occorre osservare il mondo di sbieco. Pertanto, il pensiero di Blumenberg – e con esso la forma della ragione che egli indaga – non si muove in modo lineare, ma procede per discontinuità.
Un aspetto centrale di tale indagine coinvolge la relazione tra metafora e concetto: non solo la metafora non può essere ricondotta al concetto, ma nemmeno essa può essere osservata attraverso forme puramente concettuali. Si crea così una tensione che si gioca sul piano della metaforologia, ma soprattutto su quello della teoria dell’inconcettualità, come effetti di quella che Blumenberg chiama razionalizzazione della carenza, che «consiste nel completare la considerazione di ciò che dobbiamo fare come avveramento dell’intenzionalità della coscienza, con la considerazione, più antropologica, di ciò che siamo in grado di fare quanto ad avveramenti» (H. Blumenberg, Sguardo su una teoria dell’inconcettualità, 1979).
Un rapporto, quello tra metafora e concetto, che chiama poi in questione anche il mito, aspetto della produzione umana che si genera nell’esercizio – antropologico e intellettuale – della distanza. Il mito è una pratica della distanza in quanto forma di allontanamento del reale che consente di vivere gli aspetti più gravosi dell’esperienza. Sono queste le ragioni per le quali il mito pare contrapporsi alla ragione moderna. Il moderno, infatti, si definisce a partire dal concetto di orizzonte, ovvero da quella posizione che consapevolmente viene assunta dall’osservatore per comprendere la realtà circostante. Se nel caso del mito, si cerca di sfumare i contorni dell’esperienza, in quest’ultimo si cerca, invece di definirli.
Da ciò il filosofo arriva a delineare un’idea di logos che si manifesta attraverso diversi modi di vedere il mondo, oltre che di viverlo, comprenderlo e produrlo. Il mondo, infatti, si comprende attraverso quei tentativi che Blumenberg definisce come ‘rioccupazione’ [Umbesetzung] e ‘contro-occupazione’ [Gegenbesetzung] e che si legano a una concezione della verità come figlia del tempo. Un tempo però non lineare, ma ripiegato su sé stesso e che, di volta in volta, ripropone problematiche simili che vengono però risolte attraverso tentativi in parte già sperimentati ma che sono saldamente determinati, per conformità o conflitto, dai tempi da cui scaturiscono.
L’intreccio delle categorie chiave della riflessione blumenberghiana permetterà, per utilizzare una metafora cara all’autore stesso, non tanto di illuminare intensivamente verso una sola direzione, ma di moltiplicare i fasci di luce di diversa origine che consentano di determinare contorni e opacità differenti: è sullo sfondo di ciò che sarà possibile mettere a fuoco le molte forme e funzioni della ragione blumenberghiana nel suo, complesso, rapporto con la modernità.
Questo numero di Logoi.ph mira a far interagire tra loro alcune categorie chiave del pensiero di Blumenberg, spesso esplorate separatamente dalla critica, così da far emergere nuovi aspetti e nodi concettuali della sua indagine filosofia. I contributi attesi potranno riguardare temi come i seguenti:

  • la metaforologia e l’inconcettualità;
  • l’antropologia del mondo della vita;
  • i tentativi di definire il processo storico attraverso le nozioni di “rioccupazione” e “contro-occupazione”;
  • la teoria del mito sviluppata sulla base della questione della distanza;
  • la teoria della modernità sviluppata grazie alla nozione di orizzonte;
  • la riflessione sulla didattica della filosofia moderna attraverso nozioni problematiche come quella di “secolarizzazione”;
  • l’uso didattico del metodo metaforologico di Blumenberg.

Gli autori e le autrici interessati/e a rispondere a un Call for Papers sono invitati:

1. a consultare la sezione ‘Submit’ dove troveranno le istruzioni per l’invio del materiale;
2. a leggere le Norme editoriali [scarica il pdf]. Non vengono accettate proposte non uniformate a queste indicazioni.
3. a presentare le loro proposte in italiano o inglese, agli indirizzi: matteo.marcheschi@cfs.unipi.it ; tommaso.parducci@phd.unipit.it e in copia a info@logoi.ph .

Si ricorda, inoltre, che vengono presi in considerazione solo contributi inediti e relativi ai temi monografici scelti dalla Redazione per la rivista.