Rivista di filosofia
Journal of Philosophy
ISSN 2420-9775
Anno X, N. 25,
Online 31/10/2024
Immagine di copertina
di Bianca Roselli
Mimesis Edizioni

Cookie banner
Cookie Banner – CSS

Grilli in sala concerto.
Per una storia degli animali nella musica occidentale
E. Doolittle

Animal song appears in human music from a wide variety of time periods and cultures, but the way it is used varies enormously. In cultures where people interact intensively with the natural world, music is often used to communicate with non-human animals, whether for practical, spiritual, playful or other purposes. Music often serves to bridge the gap between humans and non-humans. In urban cultures, including those which nurtured the development of Western classical music, animal songs are more often used either symbolically or as sources of raw sound material to be transformed into “music” by the human composer. Communication with animals is seldom the goal, and animals are kept strictly as ‘other’. However, recent discoveries of shared attributes between humans and other species ¯(sign) language use in chimpanzees and self-awareness in dolphins, for example have been accompanied by a new willingness on the part of composers to accord animal songs intrinsic value. A number of recent composers have written pieces in which animal songs are given equal footing with their own music. Yet direct interaction with animals remains rare in the modern urban context: we are now willing to recognize the aesthetic work of animal songs, but not to engage in musical exchange with the animals themselves.

KEYWORDS: Zoomusicology, Anthropology, Animal songs, Bird songs, Herding Songs, Work songs

 

Il canto animale appare nella musica umana in una grande varietà di periodi e culture, ma il modo in cui viene usato varia enormemente. Nelle culture in cui le persone interagiscono intensamente con il mondo naturale, la musica viene spesso utilizzata per comunicare con animali non umani, sia per scopi pratici, che spirituali, ludici o di altro genere. La musica spesso serve a colmare il divario tra umani e non umani. Nelle culture urbane, incluse quelle che hanno alimentato lo sviluppo della musica classica occidentale, le canzoni animali sono più spesso utilizzate dal compositore umano sia simbolicamente sia come fonti di materiale sonoro grezzo da trasformare in ‘musica’. La comunicazione con gli animali è raramente l’obiettivo, e gli animali sono severamente ritenuti ‘altro’. Tuttavia, le recenti scoperte di attributi condivisi tra esseri umani e altre specie – come l’uso del linguaggio negli scimpanzé e l’autoconsapevolezza nei delfini, ad esempio – sono state accompagnate da una nuova volontà da parte dei compositori di dare ai brani animali un valore intrinseco. Un certo numero di compositori contemporanei ha scritto pezzi in cui i canti degli animali sono sullo stesso piano della loro musica. Tuttavia, l’interazione diretta con gli animali rimane rara nel contesto urbano moderno: siamo oggi disposti a riconoscere il lavoro estetico dei canti degli animali, ma non a impegnarci nello scambio musicale con gli animali stessi.

PAROLE CHIAVE: zoomusicologia, antropologia canti animali, canti di uccelli, canti di branco, opere cantate

Leggi l’articolo in PDF